domenica 12 settembre 2010

Recensione: Happiness - Hurts





1-Silver Lining
When the world surrounds you, I'll make it go away
Il brano d'apertura di Happiness è un perfetto esempio di ciò che l'album di debutto degli Hurts può offrire: è una canzone dal tono assolutamente epico, perfettamente strutturata e splendidamente prodotta. I suoni elettronici, gli strumenti live, e cori quasi lirici (ascoltate lo spannung dell'ultimo minuto) sono in perfetta fusione.


2-Wonderful Life
They share a look in silence, and everything is understood
Il brano che li ha resi famosi, e la loro signature song. Un brano melanconico ma pieno di speranza, e uno dei migliori singoli del 2010.


3-Blood, Tears & Gold
When love goes cold, blood, tears & gold won't make it any better
Prima ballata del cd, forse la canzone meno riuscita (anche se comunque meravigliosa, sia chiaro!). Ciò che la rende meno riuscita delle altre canzoni è forse la mancanza di un climax, dell'esplosione di suono (oddio, che bella espressione) dell'ultimo minuto.


4-Sunday
Until you come back where you belong, it's just another lonely Sunday
Unico brano uptempo del cd; potrebbe fare scintille se uscisse come singolo, è una perfetta break-up song nella quale chiunque potrebbe rivedersi. Forse il miglior brano di Happiness.


5-Stay
We say goodbye in the pouring rain, and I broke down as you walked away... Stay!
Eccolo, il ballatone! Stay è il prossimo singolo degli Hurts, ed è la canzone giusta al momento giusto: è perfetta per il mercato natalizio, e se ben supportata potrebbe far vendere agli Hurts davvero tanti dischi. Il testo è forse il meno elaborato dell'intero cd, ma la performance vocale di Theo in questa canzone è ineguagliabile.


6-Illuminated
We are all illuminated, lights are shining on our faces, blinding...
Come Silver Lining anche questa canzone presenta un bellissimo crescendo, e proprio per questa la parte finale è il meglio del pezzo. Purtroppo dura appena 3 minuti, se fosse stata sfruttata di più ed allungata sarebbe stato uno dei migliori brani del cd.


7-Evelyn
Stay with me Evelyn, don't leave me with the medicine
Evelyn è la canzone più cupa dell'intero album sia come struttura che come lyrics. Pare che si riferisca ad un periodo di depressione di Theo, forse perfino ad un tentato suicidio; Evelyn era infatti un'infermiera nell'ospedale in cui Theo era ricoverato, tuttavia ascoltando la canzone senza conoscerne il senso reale sembra quasi un'inno d'amore per questa donna. E il connubio eros-thanatos colpisce ancora!


8-Better Than Love
I see the lights through the rain, oh tonight, but they never change... So what is love?
Questo primo singolo è forse la canzone più elettronica e più "Depeche Mode" dell'intero album. Orecchiabilissima e remixabilissima, e con un video stupendo e molto raffinato, è ancora un mistero come non sia diventata una smash hit (è arrivata solo alla posizione #50 in Inghilterra).


9-Devotion (feat. Kylie Minogue)
Devotion, devotion, I'm a slave unto the mercy of your love
Si apre con una fisarmonica questo splendido brano con un ospite d'eccezione: Kylie. Prima di ascoltarlo il mio pensiero era "wow, la canzone con Kylie dovranno farla uscire per forza come singolo!"; niente di più sbagliato. Se vi aspettate di trovare una canzone di Aphrodite, fate a meno di ascoltare; altrimenti, mettetevi le cuffie e lasciatevi avvolgere da questo stupendo brano che sarebbe potuto invece stare negli album anni '90 della Minogue (ricorda Confide In Me, Too Far, Dreams). L'ultimo minuto è da brividi, ascoltare per credere.


10-Unspoken
I'd rather be lonely, than be by your side
Un'altra ballata, tuttavia assolutamente non tradizionale: invece che seguire il solito schema da canzone pop (strofa-chorus-strofa-chorus-bridge-chorus), ciò che rende speciale questa canzone è la mancanza di un chorus. Apprezzo molto che gli Hurts in tutto l'album non siano mai scontati o banali: in una ballata come questa, il cui testo tra l'altro non è neanche fra i più lirici del disco, sono la struttura e le sonorità a farla da padrone.


11-The Water
I wish that I was stronger, I'd separate the waves, not just let the water take me away
Il brano di chiusura del disco è forse anche il più melanconico. E' la canzone più "nuda" e fragile, suonata al piano e con un'orchestra, è un vero gioiello che dimostra ancora una volta l'ecletticità di questo nuovo gruppo, a cui auguro un florido futuro.


10/10. Album dell'anno; più che semplice musica, arte.


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